Amarone, promossa l’anteprima del 2010
Buona la prima per l’Amarone della Valpolicella Docg, che il 25 e 26 gennaio 2014 ha esordito a Palazzo della Guardia di Verona durante l’anteprima dell’annata 2010, la prima a potersi forgiare della nuova denominazione. Noi di Italia nel Bicchiere non abbiamo perso l’occasione di andare a mettere il naso dentro al bicchiere – in diversi casi dentro la botte, dato che quasi due terzi dei vini presentati erano campioni della botte! – per capire cosa ci regalerà quest’annata.
Consapevoli che sarà il tempo a dare il giudizio definitivo su un’annata che in vigna ha richiesto una certa abilità, possiamo dire che le premesse per produzioni d’eccellenza ci sono. “L’andamento climatico del 2010 non è stato tra i più facili, se rapportato alle ultime vendemmie” ha ammesso il vicepresidente del Consorzio Tutela Vini Valpolicella Daniele Accordini, ricordando come l’annata sia stata piuttosto fredda e variabile. In particolare, le vallate della parte più pianeggiante hanno sofferto di più mentre le vallate dove le altitudini sono un po’ più elevate hanno dato risultati migliori, almeno questo il responso che ci ha dato il primo assaggio, in linea anche con le previsioni. La valle di Marano forse è stata quella che ha meglio assorbito e interpretato i capricci del tempo.
“In sintesi estrema – ha detto Accordini – dalla degustazione del panel sono stati rilevati per i vini delle diverse vallate i seguenti caratteri: naturalezza d’espressione per San Pietro in Cariano e Sant’Ambrogio, consistenza estrattiva per Negrar, complessa armonia per Fumane, profondità fruttata per Marano, finezza vibrante per la Valpantena e potenza dinamica di Illasi, Cazzano e Mezzane. Definizioni in ogni caso semplicistiche per descrivere un vino dalle molteplici sfumature e articolazioni, ancor più evidenti in una annata particolare come questa. Dal punto di vista organolettico ci siamo trovati di fronte ad Amaroni di grande longevità, con un’acidità più sostenuta della media, gradazioni alcoliche leggermente più basse e, aspetto molto positivo, una riduzione del grado zuccherino che ha conferito a questi vini una maggior gradevolezza, in controtendenza rispetto agli ultimi anni, dove l’innalzamento degli zuccheri aveva come esito vini più semplici e omogenei, vicini al consumatore ma dalla personalità meno spiccata. Per quel che concerne il quadro sensoriale l’aspetto più interessante risiede nel comune denominatore dell’eleganza rispetto alla potenza, pur considerando l’evidente variabilità fra i vini per collocazione geografica, per stile produttivo, per durata di appassimento e per proporzione fra le varietà impiegate”.
Spostandoci e degustando le anteprime delle 58 aziende vitivinicole presenti alla manifestazione, non abbiamo perso l’occasione per riassaggiare anche qualche Amarone già uscito da un po’ di tempo e riproposto da qualche produttore fiero di far apprezzare al pubblico anche qualche vino “più pronto” delle anteprime. Ma tornando alle anteprime, dal nostro esame di sabato pomeriggio (parziale per quantità di vini esaminati) tra le etichette che ci hanno regalato buone soddisfazioni ci sono Benedetti Corte Antica, Secondo Marco, Valentina Cubi e Bertani.
Nel convegno del mattino il moderatore e vero mattatore Sebastiano Barisoni, vicedirettore del Sole24Ore e intenditore di Amarone per nascita e passione, non ha lesinato provocazioni al Consorzio di casa, sottolineando come l’estrema parcellizzazione del territorio e la corsa all’Amarone – “dimenticando” altri big di casa come il Valpolicella Ripasso – potrebbero essere scelte da scontare in futuro. Non meno tenero Barisoni è stato con un altro protagonista della Valpolicella, il Recioto, definito “un trans” dopo aver smentito chi parla di declino dei vini dolci per giustificare una flessione di questo vino e aver ribadito che invece esiste un “problema Recioto” legato alla fragile identità di un vino che “non si capisce se bisogna berlo in accompagnamento di un secondo piatto, di un dolce o come vino da meditazione”.