Addio al tappo di sughero?

tappo sugheroLibero tappo in libero stato? Sembra proprio di sì, con la “liberalizzazione” del tappo “a vite” sancita dal decreto 16 settembre 2013 che modifica le norme Ue in materia di etichettatura dei vini Dop e Igp (regolamenti 1234/2007 e 607/2009) cancellando la regola generale che prevedeva per i vini Docg come Barolo, Brunello di Montalcino e Amarone l’uso esclusivo del tappo di sughero.

Certo, i singoli consorzi di tutela potranno prevedere norme più restrittive, imponendo l’uso esclusivo di un particolare tipo di chiusura, attraverso una modifica del disciplinare di produzione da presentare entro sei mesi, ma è passata la linea di alcune Docg italiane che avevano posto la richiesta per andare incontro a  usi e costumi dei consumatori internazionali. In  Nord Europa, Usa e Giappone, infatti, i tappi a vite di nuova generazione o le con capsule di vetro o in ceramica, sono ormai un must per i consumatori. E se il 50% del fatturato delle aziende italiane arriva dall’export…

Addio al tappo di sughero quindi? Aspettiamo per dirlo, ma sgombriamo il campo da falsi pregiudizi: prima di tutto, oggi il mercato propone tappi alternativi di ottima qualità. Secondo, all’estero proprio chi compra vini dal profilo e dal prezzo importante preferisce sempre più evitare la spiacevole sorpresa del “sa di tappo”. Da un lato, quindi, occorrerà abituarsi e abituare i wine lovers italiani che tappi alternativi possono suggellare anche prodotti di alta qualità. Dall’altro c’è chi, come il direttore del Consorzio del Chianti Classico, Giuseppe Liberatore, ha assicurato che alcuni “segmenti top come la “Riserva” o l’etichetta “Gran selezione” appena introdotta resteranno fedeli al tappo di sughero”, non escludendo tuttavia  “di accogliere l’opzione offerta dal nuovo decreto”.