VIAGGI – Cultura classica e vivace nelle terre del Gambellara
Un turismo di qualità, capace di coniugare i tesori enogastronomici del territorio con proposte culturali valide e innovative, che sappiano valorizzare il passato e la storia dei luoghi aprendoli ai visitatori e alle attese di oggi. Per scoprire questo progetto ambizioso, battezzato “Le Barchesse del Vino” e ideato dal Consorzio Tutela Vini Gambellara e dalla Strada del Recioto e dei vini Doc Gambellara, siamo partiti alla scoperta di un angolo del Veneto dove la tradizione del vino affonda le radici nei secoli. Siamo nella zona più a ovest della provincia di Vicenza, ai confini con quella di Verona, tra i comuni di Gambellara, Montebello Vicentino, Montorso e Zermeghedo, in un’area prevalentemente collinare ricoperta per un migliaio di ettari da vigneti. Protagonista indiscussa delle vigne è l’uva garganega, pressoché esclusiva del Veneto occidentale, dalla quale si ottengono vini bianchi secchi, spumanti e passiti che trovano la loro valorizzazione nella Doc Gambellara (classico, spumante e vin santo) e nella Docg Recioto di Gambellara. Le cantine di produzione, una ventina in tutto, sono raggiunte dalla strada del vino che tocca i quattro comuni della zona Doc entro un territorio di dimensioni contenute. Per la qualità del paesaggio e la forte specializzazione delle colture, potremmo definirlo quasi un vero e proprio parco vinicolo, che si trova a pochi passi da due città riconosciute Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco: Verona, per i molteplici valori del suo centro storico, e Vicenza, per le architetture del Palladio.
E proprio da una villa palladiana, Villa Da Porto Barbaran a Montorso Vicenino, inizia il nostro viaggio nelle terre del Gambellara. A ridosso del Colle della Fratta, Villa da Porto si presenta come una delle più estese ville venete ed è oggi al centro di un importante progetto di recupero portato avanti dal Comune dopo anni di incuria e abbandono. La novella “La Giulietta – Historia novellamente ritrovata di due nobili amanti” da cui Shakespeare prese in seguito ispirazione per la sua più famosa tragedia, è stata scritta da Luigi Da Porto nella quiete di questa dimora di campagna. La storia narra che Da Porto si ritirò nella sua Montorso dopo che una ferita di guerra lo ebbe sfigurato e reso molto cagionevole di salute. Quello che di questa tormentata e melanconica figura possiamo ritrovare venendo qui a Montorso è il colle chiamato la Fratta. Allontanandosi dalla magione, si gira a sinistra per imboccare via Villa; qui si trova la casa dei fattori dove Da Porto amava soggiornare e dove, secondo gli abitanti del paese, ancora si aggira il suo inquieto fantasma. Alla fine di questa strada, sulla sinistra, inizia la salita al colle su cui Luigi era solito sostare e rimirare i due castelli di Montecchio Maggiore che oggi sono intitolati a Giulietta e Romeo. Della casa padronale, nel centro del paese, abitata dallo scrittore ai primi del ‘500, non rimane in realtà quasi nulla: un antico porticato e un torrione. Al posto di quella dimora è sorta una bella villa palladiana opera del francese Cherrette, costruita a partire dal 1662, dove oggi si svolgono attività culturali, convegni e ricevimenti che hanno permesso di restituire alla comunità uno spazio di grande prestigio.
Rimanendo a Montorso Vicentino, iniziamo anche a scoprire i prodotti gastronomici del territorio. Partiamo dai formaggi e, in particolare, dal Provolone Valpadana Dop, formaggio versatile e moderno coccolato sempre più dalla gastronomia internazionale. La seconda tappa del nostro viaggio è così il Caseificio Albiero, una delle prime aziende a produrre provolone nell’alta pianura padana, alle pendici delle Alpi, e oggi tra le realtà leader del settore. Vestiti di tutto punto, facciamo visita allo stabilimento di produzione, dove ci vengono raccontati i segreti per ottenere un gusto delicato o deciso, per assicurare una stagionatura perfetta e per portare sulla tavola formaggi dai profumi e dai sapori ben riconoscibili. E poi ci fermiamo anche per un goloso aperitivo composto da formaggi e Gambellara Spumante: nell’era della moda imperante delle bollicine – provate a trovare in tutta Italia un angolo in cui negli ultimi anni non sia spumantizzo! – il Gambellara ci regala emozioni piacevoli e davvero sorprendenti.
Poiché l’acquolina vien mangiando, riprendiamo l’auto e ci spostiamo a Gambellara, dove per pranzo ci aspettano all’azienda agricola Vignato Virgilio. Il titolare della cantina e la moglie Mariucia Pelosato ci propongono i loro migliori vini in abbinamento ad alcuni piatti tipici, come il capretto bianco di Gambellara, uno dei classici di stagione della gastronomia vicentina. Lo si riconosce subito, e non ci si può sbagliare, perché ha il vello bianco. Questi animali erano già ricercati al tempo della Repubblica di Venezia, tanto che alla mensa dei Dogi comparivano solo animali provenienti da questa zona. Non avevano più di quaranta giorni, venivano allevati in libertà, non mangiavano erba ma venivano nutriti solo con latte. Un tempo le famiglie ne allevavano due, di cui uno era destinato alla vendita. La più antica ricetta (il “capretto in crosta d’oro”) risale alla tradizione nobiliare medioevale rinascimentale, allorché la pregiatissima carne di capretto era servita sulle tavole di coloro che si erano fatti costruire la villa dal Palladio o dai suoi allievi. L’abbinamento proposto è con il Gambellara Classico Capitel Vincenzi, un gambellara che fa acciaio e rimontaggi nei propri lieviti per un anno e si presenta nel bicchiere con profumi intensi di frutta esotica matura, una struttura importante e l’immancabile sapidità dei vini di questa terra. Altra chicca che assaggiamo per gentile concessione dei titolari della cantina è un Vin Santo del 1963, che ci riappacifica con un anno che alla memoria ci fa venire in mente solo eventi spiacevoli, dal disastro del Vajont all’assassinio del presidente Kennedy. Pensare che in quei mesi funesti iniziava il suo percorso in cantina e in botte un vino che oggi scopriamo incredibilmente godibile e niente affatto “passato” ci emoziona e ci fa riflettere sui tesori che può regalare il lento scorrere del tempo. A proposito di Vin Santo, se anche voi siete tra i più che non sanno che anche Gambellara è terra di questo vino legato a tradizioni secolari, il suggerimento è di fermarvi un attimo e approfondire in questo articolo che abbiamo scritto qualche tempo fa l’importante progetto che proprio al Vin Santo sta dedicando il Consorzio Tutela Vini Gambellara, che ha ideato addirittura un format specifico: “Sapore di Vin Santo”.
Per smaltire un po’ di calorie accumulate durante il pranzo prendiamo la via dei colli con una passeggiata che ci porta fino al vulcano di Gambellara. Sì, perché Gambellara ha un suo vulcano – altra sorpresa – oggi definitivamente spento, ma ancora capace di regalare ai vini del territorio una grandissima sapidità, grazie a un terreno in cui affiorano di tanto in tanto i basalti derivanti dalle colate laviche. Nelle terre di Gambellara, infatti, si trovano i più importanti vulcani della zona, il monte Calvarina, 600 metri s.l.m e il monte Crocetta, entrambi vere miniere di basalto nero, usato come materiale da costruzione (ferrovie). Nella cava di San Marco ci fermiamo per una degustazione en plein air di alcuni di questi vini vulcanici, per apprezzarne la straordinaria mineralità e freschezza: il Gambellara Classico Le Brume della Cantina di Gambellara, il Gambellara Classico Santa Marie di Montecrocetta, il Gambellara Classico biologico El Gian di Davide Vignato, il Gambellara Classico Capitel Vincenzi di Vignato Virgilio e il Gambellara Classico Rivalonga di Menti.
Il nostro viaggio tra cultura classica e vivace – le due anime dei vini locali – nelle terre del Gambellara ci porta poi a Casa Zonin, tra i gruppi vitivinicoli più importanti d’Italia. Qui facciamo visita al Museo del Vino, dove, guidati dal presidente del Consorzio Tutela Vini Gambellara Giuseppe Zonin, ripercorriamo la storia della famiglia, a partire dal lontano 1821 fino all’acquisizione delle attuali dieci tenute viticole, tutte raccontate attraverso un sapiente gioco di luci, arredi e fotografie. Oltre al Museo si possono inoltre ammirare le collezioni di levatappi, di splendidi e raffinati bicchieri di vetro di Murano, la raccolta di editti sul vino che coprono quasi quattro secoli dal 1600 fino ai primi anni del ‘900 e gli antichi attrezzi vinicoli e agricoli in uso nel Veneto negli ultimi secoli. Al suo interno visitiamo anche la ricca collezione di francobolli dedicati al tema della vite e del vino che il Cavaliere Gianni Zonin ha aperto al pubblico nel 2013: più di 15.000 francobolli provenienti da 201 Paesi organizzati in un’esibizione permanente.
Distante cento metri si trova il nuovissimo Centro servizi per la promozione vitivinicola e turistica di Gambellara e della vallata del Chiampo, inaugurato ufficialmente sabato 12 aprile 2014, nelle barchesse dello storico Palazzo Cera. Qui trovano spazio le sedi del Consorzio Tutela Vini Gambellara e della Strada del Recioto e dei vini Gambellara Doc, grazie alla collaborazione dei quali è stato possibile dare vita a un progetto condiviso per la valorizzazione enoturistica di questo suggestivo angolo del Veneto. La struttura è tornata a risplendere dopo un impegnativo progetto di restauro portato a termine con a un investimento di circa un milione e 230 mila euro, reso possibile anche dai contributi della Regione Veneto e del Comune di Gambellara. Puntando sul connubio “cultura classica e vivace” e su collaborazioni sinergiche con enti e festival veneti, il nuove centro di Gambellara propone un calendario di appuntamenti culturali, artistici ed enogastronomici mirati a portare sul territorio sempre più turisti italiani e stranieri in arrivo in Veneto, sfruttando anche l’inaugurazione della tratta aerea diretta Tokio-Venezia avvenuta a inizio aprile 2014. Ci troviamo davanti a un bell’esempio di come un territorio possa fare squadra per promuoversi davanti a un pubblico vasto e sempre più in cerca di nuove mete in grado di proporre offerte turistiche complete e stimolanti.
Il nostro viaggio si conclude alla Cantina di Gambellara, la prima a nascere nel Vicentino, costituita nel 1947 da un gruppo di 26 soci fondatori. Oggi i soci sono 365, coltivano 650 ettari di vigneto e possono contare su una cantina moderna che nel 2011 ha visto ultimare un completo rinnovamento dell’impianto di imbottigliamento e di etichettatura, l’incremento di quello di spumantizzazione, l’installazione di pannelli fotovoltaici nonché l’ampliamento del punto vendita aziendale, ora il vero fiore all’occhiello della cantina. L’ultima tappa è l’occasione per assaggiare un altro piatto tipico locale, l’orzotto agli asparagi bianchi e verdi. Questi ortaggi sono motivo di grande orgoglio per la provincia di Vicenza. La produzione più rinomata è quella degli asparagi bianchi di Bassano del Grappa, nelle fertili terre del Brenta, ma la coltura è diffusa anche altrove. A Gambellara le asparagiaie più pregiate si trovano in collina, dove si ottengono ‘turioni’ – così si chiamano i germogli che sbucano appena dalla terra che sono sensibilmente più piccoli e gustosi della norma. La stagione va da metà aprile a metà giugno ed ogni ristorante li propone in svariate ricette. Dulcis in fundo, il nostro arrivederci a queste terre stupende è bagnato da un bel calice di Recioto di Gambellara, il vino più conosciuto del territorio. Uve Garganega meticolosamente selezionate in vigna vengono raccolte a mano nei primi giorni di settembre e messe ad appassire con il sistema tradizionale dei picai (recentemente anche con l’introduzione del metodo in cassetta) fino al mese di febbraio dell’anno successivo. Il vino può anche essere sottoposto a un successivo affinamento in legno. Ha un colore giallo dorato intenso, profumo di frutta matura e passita e sentore di vaniglia, sapore intenso e persistente; è abboccato, morbido e caldo, adatto con formaggi caprini freschi o più stagionati o con biscotti a base di mandorle.
Sara Andreoli
Dove dormire
B&B Marialuisa Via Mieli, 6 – 36050 Zermeghedo 0444 685081 – 340 2425919 www.bbmarialuisa.it
B&B Villa Bongiovanni – Via Perarolo, 36 – 37047 Locara di San Bonifacio (VR) – Tel. +39 045/6183053
Agritur Palazzetto Ardi – Via Ciron, 4 – 36053 Gambellara – 0444 440450 cell. 347 8591509
B&B La Casa di Bepi Zonin – Via Menarotto 1 – 36053 Gambellara – Tel 347.5910857 – 335.5307612