Ecco Gallo Otto, il vino rock di Elio e Fiorano

Un’amicizia, una terra, un progetto condiviso e una piccola sfida: sono gli ingredienti necessari per comprendere il vino Gallo Otto, presentato in anteprima a Morimondo, splendido borgo alle porte di Milano, martedì 27 ottobre. Un vino speciale, tanto per i suoi protagonisti quanto per i tratti essenziali e la finalità con cui nasce.

Ma andiamo per ordine. Il primo elemento di straordinarietà, quello che salta all’occhio anche al lettore più distratto, è che questo vino è frutto della collaborazione tra vignaioli di professione, quelli dell’azienda agricola Fiorano di Cossignano (Ascoli Piceno) e un winemaker d’eccezione, Elio.

Sì, Elio, quello delle Storie tese. E, anche in questo caso, la storia è piuttosto tesa.

Un’amicizia alla base di tutto Gallo Otto è prima di tutto un progetto che nasce dall’amicizia tra Paolo Beretta e Paola Massi, marito e moglie vignaioli di Fiorano, ed Elio. A nutrire questo legame sono una conoscenza e una stima di vecchia data e l’amore condiviso per il sud delle Marche e, in particolare, Cossignano, l’ombelico del Piceno. Se Paola e Paolo hanno scelto questa terra per il loro progetto di vita e professionale, Elio lo definisce “il luogo in cui vorrei vivere, ma non ho le palle per farlo, anche se ci sto lavorando”. D’altra parte è da lì che il nonno di Elio partì ancora giovane verso Milano per fare il sarto ed è lì che il nipote torna in più occasioni durante l’anno e ha comprato un piccolo podere in contrada Gallo.

Una terra e un progetto condiviso – In questa contrada, precisamente al civico 8, sono stati piantati i filari di Syrah che, insieme a quelli di Montepulciano, danno vita a un blend insolito. L’idea è quella di fare un vino territoriale – il Montepulciano è il vitigno rosso per eccellenza del Piceno – ma al tempo stesso capace di stupire. La vendemmia da cui nasce questa prima edizione del vino è quella del 2016. E’ l’estate del terremoto in centro Italia, e anche qui i danni si sentono. Non in modo così potente come ad Arquata del Tronto, Norcia e Amatrice, ma abbastanza da costringere diverse famiglie ad abbandonare la propria casa. La decisione di destinare parte del ricavato della vendita del vino ad attività di carattere sociale e culturale promosse all’interno del Comune di Cossignano è una scelta che arriva spontanea, che arriva quando ancora non si sono finiti di raccogliere gli ultimi grappoli d’uva.

Una sfida in bottiglia – L’uvaggio tra Montepulciano e Syrah, in pari quantità, è una sfida insolita. Si tratta infatti di due vitigni dalle caratteristiche ampelografiche e agronomiche molto diverse, il cui abbinamento rappresenta una reale scommessa per l’Azienda Agricola Fiorano. Il processo di produzione del vino ci riporta indietro nel tempo, alla tradizionale pigiatura delle uve con i piedi e alla macerazione e fermentazione in anfora: un salto temporale che si avvale della sapienza enologica di ieri e di oggi (in particolare di quella di Lucio Matricardi per la parte enologica e di Michele Bean per quella relativa all’affinamento in anfora) per produrre un vino di qualità e carattere. Note tecniche: un 30% delle uve è lasciato appassire in cassette per circa 30-40 giorni, la fermentazione è spontanea con lieviti indigeni, la maturazione in anfora sulle fecce fini dura circa 10 mesi e precede un ulteriore affinamento in bottiglia iniziato a febbraio. Il vino è biologico e classificato come Marche Igt Rosso.

L’assaggio del vino – Il risultato è un vino dalla grande componente estrattiva, con una parte alcolica importante (14,5% in etichetta) ma mai prepotente, un presente vivace e un futuro promettente. Se prevalgono i profumi di frutti rossi maturi e spezie con un naso totalmente privo di quelle componenti volatili o sbavature terrose che a volte possono manifestarsi in un uso troppo disinvolto dell’anfora, la componente tannica suggerisce un percorso evolutivo importante.

La “prima” del Gallo Otto – A ospitare il debutto del Gallo Otto è stato il ristorante Il Filo di Grano di Morimondo, in occasione dello storico format Ritorno alla Vigna ideato da Gabriele Corti, patron di Caremma Group a cui fa capo il locale. Facendo gli onori di casa Corti non ha nascosto una certa emozione. “Ho sempre sognato di fare la rock star – ha esordito – e ora che sono qui con il gruppo rock italiano più…” “Sciolto” lo ha interrotto Elio, dando il via a una serata informale e all’insegna della convivialità e dei piaceri della tavola. E proprio questi ultimi sono diventati protagonisti dopo la presentazione iniziale grazie alla cucina del tanto giovane quanto bravo chef Edoardo Passeri, che con materie prime locali ha proposto quattro piatti del suo repertorio. Una terrina di zucca e patate con calamaretti spillo e un risotto alla certosina (rane, lumache e gamberi di fiume) di sapiente intensità sono stati abbinati all’Offida Pecorino Docg Donna Orgilla 2017 di Fiorano, mentre ad accompagnare il vino protagonista della serata è stata una guancetta di vitello fondente gustosissima. L’abbinamento finale è stata tra una marquise al cioccolato con granita di melograno e il Vin cotto Vinceslao, altra chicca del territorio piceno.

 

Luca Casadei