I cent’anni di Fulvio “Beo” Tessari

Locandina film BeoCent’anni di vita, quattro generazioni, un secolo di storia del Soave in Italia. In una parola: Ca’ Rugate. Storia e futuro si intrecciano in questa cantina nella zona del Soave classico, in provincia di Verona, gestita dalla famiglia Tessari da quattro generazioni. Un lungo filare che da Amedeo, agli inizi del secolo scorso, si dipana sino ai giorni nostri con l’attuale guida di Michele, passando per Fulvio e il suo figlio Amedeo, in una linea di continuità familiare pressoché unica nel nostro Paese.

La cantina a Rugato ha toccato uno dei momenti più alti della sua lunga storia. Ha festeggiato i cent’anni di colui che per primo ha avuto l’idea di investire nel mondo del vino in anni cui erano in pochissimi a farlo: Fulvio Tessari, detto ‘Beo’. La sua è una storia che nasce e si nutre della terra, raccontata in una bella monografia (‘I magnifici cento di Fulvio Beo Tessari. Vita e miracoli di un uomo coi piedi per terra’) e in un film (‘Fulvio Beo, storia di una storia’) a cura di Mediataste.

Oggi Ca’ Rugate è conosciuta in tutto il mondo per la qualità dei suoi vini, che nascono dal lavoro e dalla cura negli oltre 70 ettari tra Soave Classico e Valpolicella, dove si coltivano varietà autoctone come Garganega, Trebbiano di Soave e Durella per i bianchi, Corvina, Rondinella e Corvinone per i rossi.

La storia di Beo è lo specchio di cent’anni di storia italiana.

Le perdita del padre Amedeo quando Fulvio ha solo tre anni. La madre Adele che prende in mano le redini della campagna e fa nascere nel figlio l’amore per la terra. La partecipazione di Beo alla guerra, e la fuga precipitosa e avventurosa per evitare la deportazione nella Germania nazista.

Dopo la guerra, il colpo di fulmine per Rina, che sarà sempre al suo fianco in tutti questi anni. E la grande passione per l’agricoltura, tra i primissimi a scommettere sui vigneti, in anni cui in pochissimi erano a farlo.

La svolta arriva nel 1955 quando Beo decide di fare da solo (non più l’uva nella cantina sociale), e dalle Rugate trasferisce casa e cantina in un luogo più grande, a Brognoligo. Un altro cambio di passo arriva con l’impegno in azienda di Amedeo che porta il vino in giro per l’Italia e all’abbandono della vendita in damigiana, che ha caratterizzato gran parte del commercio enoico italiano nel secondo Dopoguerra.

Gli sforzi si concentrano in direzione sia dell’imbottigliamento del vino sia della ricerca di una maggiore qualità, che permette all’Azienda di avere più visibilità e reddito. Nasce così Ca’ Rugate, un nome che vuole essere non solo di buon auspicio, ma anche un atto d’amore per la terra che ha dato sostentamento a tutta la famiglia da quasi un secolo: le Rugate. La prima bottiglia di Soave Classico Superiore Monte Fiorentine.

L’azienda continua a crescere, incrementando in modo significativo l’acquisizione di ettari di vigne in zone sempre più vocate, e dalla metà degli anni Novanta necessita di una nuova sede più grande, di quella a Brognoligo. Si arriva così alle soglie del Duemila, quando la famiglia Tessari costruisce la nuova cantina nel comune vicino, Montecchia di Crosara, dove vede la luce una struttura ben inserita nel tessuto agricolo e dotata di spazi adeguati.

Nel 2012 Giovanni, fratello di Amedeo, decide di intraprendere altre strade, e Michele assume ulteriormente il timone aziendale, a coronamento di tanti anni in prima linea a gestire le strategie produttive e commerciali: vigneti che si estendono per una settantina di ettari tra le denominazioni di Soave Classico (40 ettari), Valpolicella (30 ettari) e Lessini Durello (2 ettari), una cantina bella e funzionale e una produzione di più di mezzo milione di bottiglie che varca in gran parte i confini d’Italia.

Oggi Ca’ Rugate è una realtà alla quarta generazione al timone, produce 600mila bottiglie, con una grande fetta per il mercato internazionale (45% su 42 mercati).

L’orgoglio della sua storia è testimoniato dall’Enomuseo Ca’ Rugate, un’esposizione di oltre 150 strumenti e attrezzi usati dalla famiglia Tessari in un secolo di attività vitivinicola. Ambientato in una casa contadina del Primo Dopoguerra, documenta il percorso produttivo del vino, dall’arrivo dell’uva nell’aia, fino all’invecchiamento e imbottigliamento all’interno della caneva.

È la consapevolezza che la forza del presente nasce da solide radici nel passato, capaci di volgere lo sguardo al futuro.