VIAGGI – Sulle tracce dell’Albana tra storia e natura

itinerario albana panorama da cantina Bissoni

Una regina di 26 anni, la pelle colore dell’oro e un fresco profumo di fiori e di frutta. Compagna di strada di questo itinerario tra città, borghi e paesaggi della Romagna è l’Albana, primo vino bianco in Italia a ottenere la Denominazione di Origine Controllata Garantita nel 1987: a più di un quarto di secolo dal massimo riconoscimento enologico nazionale, non ha tradito le attese di quei pionieri che decisero allora di puntare su questo prodotto, diventato oggi l’orgogliosa bandiera di un’intera terra che si estende dai colli imolesi a quelli cesenati, abbracciando le terre faentine e forlivesi.

Punto di partenza del nostro viaggio è Dozza, a 9 km a ovest di Imola. Definito in un antico sonetto anonimo “madre feconda di maschi e fragranti albane”, questo bellissimo borgo medievale si affaccia, dall’alto dei suoi 190 metri, su un pittoresco paesaggio di vigneti. Passeggiando lungo le vie del centro storico, l’attenzione è catturata dai colorati murales sulle pareti esterne delle case, realizzati da artisti di fama internazionale nel corso di oltre un quarantennio di “Biennale Muro Dipinto”. La massiccia rocca che domina l’abitato si deve a Caterina Sforza, Signora delle Romagne, che nel 1494 la fece costruire sulle rovine di precedenti fortezze. Oggi la Rocca Sforzesca ospita l’Enoteca Regionale. Il nome Albana compare per la prima volta ufficialmente nel 1223 (Pier De’ Crescenzi, Ruralium Commodorium Libri Duodecim) e sembra derivare dai Colli Albani, la provenienza dei legionari colonizzatori della Romagna, o dal colore dell’uva chiara (albus significa in latino bianco).

OLYMPUS DIGITAL CAMERALasciata Dozza alle spalle, ci inoltriamo nel cuore del Parco Regionale della vena del Gesso, tra rocche, boschi, frutteti, vigneti ed erbe officinali: per chi ama camminare all’aria aperta o avventurarsi in mountain bike a stretto contatto con la natura non mancano percorsi escursionistici caratteristici. Tra i più affascinanti da metà aprile fino a estate è la ‘Corolla delle Ginestre’, una profumata ‘via gialla’ che si snoda per 55 km tra Riolo Terme e Brisighella toccando anche il Giardino delle Erbe di Casola Valsenio, un parco botanico in cui sono custodite oltre 400 specie di piante medicinali e aromatiche. La Rocca Sforzesca di Riolo Terme e la Rocca Manfrediana e Veneziana di Brisighella, affascinanti esemplari di fortificazioni medievali, svettano all’orizzonte, mentre lungo il cammino in direzione di Faenza ci imbattiamo spesso nel cosiddetto ‘spugnone romagnolo’, il suolo in cui l’albana è in grado di esprimere i suoi caratteri migliori.

E’ tempo di una prima sosta per un buon calice di vino all’azienda agricola Spinetta di Santa Lucia di Faenza – da non perdere il pluripremiato Albana Passito Luxuria – e ai suoi 23 ettari di vigneti, due dei quali destinati da oltre vent’anni alla coltivazione dell’albana. Una curiosità: a inizio maggio, visitando i filari aziendali, è possibile assistere all’antica tecnica della semina del favino (sistema detto ‘sovescio’): quando la pianta è in fioritura, viene trinciata e interrata sul posto, garantendo al terreno una concimazione azotata naturale ed evitando così trattamenti chimici aggiuntivi. Per degustare un’altra ottima Albana non dobbiamo percorrere troppa strada: lungo la stessa via si estende per 42 ettari l’azienda vitivinicola Leone Conti, dove il vitigno principe della regione è coltivato con la classica pergola romagnola. La mi gliore tradizione si sposa qui con l’estro del titolare, la cui voglia di sperimentazione ha portato a produzioni di altissimo livello. In zona una tappa è d’obbligo al Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, capitale assoluta di questa antichissima arte. Ceramiche medievali e rinascimentali, classiche, precolombiane, orientali, biocermiche: le collezioni permanenti sono ricchissime.

Raffaella Bissoni con albana

Raffaella Bissoni in mezzo ai suoi filari di albana

Il nostro viaggio sulle tracce dell’albana prosegue fino a Bertinoro, paese del vino e dell’ospitalità romagnola, tappa ideale per cogliere le differenze tra le tipologie secco, amabile, passito e spumante di questo vino. Dopo una visita all’interessante Museo Interreligioso ospitato all’interno della Rocca Arcivescovile, sede anche del Centro Residenziale Universitario, ci fermiamo all’azienda agricola Bissoni, 5 ettari vitati sulla splendida terrazza naturale di Podere Colecchio. La particolarissima esposizione di questi vigneti garantisce una perfetta umidità e la ventilazione costante necessarie alla formazione, durante il lungo appassimento in pianta dei grappoli di albana, della Botrytis cinerea, una muffa nobile che dona al passito prodotto da Bissoni un’aromaticità caratteristica, in aggiunta a profumi inebrianti di miele, spezie dolci, albicocca e canditi. Decisiva per la buona riuscita di questo prodotto – ideale da gustare con pasticceria secca o pecorini stagionati con miele e marmellate – è la vendemmia prolungata per più giorni, necessaria a selezionare e raccogliere di volta in volta solo i grappoli perfettamente appassiti. Un leggero appassimento delle uve è necessario anche per la spumantizzazione dell’Albana, che negli ultimi anni sta dando vita a prodotti sempre più apprezzati anche al di fuori della Romagna.

Per scoprire le caratteristiche dell’Albana Spumante, riconosciuta come Doc nel 1995, facciamo tappa alla Cantina Celli, dove ci aspettano le bollicine de La Talandina, spumante ricco di corpo e struttura, dal colore giallo oro brillante e fragranti profumi di lieviti, pesca e salvia. Tra i prodotti più interessanti di questa azienda, fortemente orientata a una produzione che esalta tipicità e personalità dei vitigni, merita particolare attenzione l’Albana Secco I Croppi, campione perfetto delle migliori caratteristiche di questo vino, a partire da quella consistenza e morbidezza che lo rendono avvicinabile per struttura a un vino rosso.

Con quali piatti può essere gustato allora un vino così particolare? Per rispondere a questa domanda scendiamo verso valle fino a Forlimpopoli, dove, all’interno dell’isolato della Chiesa dei Servi, ha sede Casa Artusi, centro di cultura gastronomica dedicato alla cucina domestica italiana e al suo padre fondatore Pellegrino Artusi, autore nel 1981 del libro ‘La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene’. Qui durante tutto l’anno sono organizzati corsi di cucina pratici e dimostrativi, con particolare attenzione all’abbinamento cibo-vino, che proprio in Romagna è stato teorizzato attraverso una rigorosa scheda analitica negli anni Settanta dal professor Pietro Mercadini di Cesena.

itinerario albana albana passita

Grappoli di albana in appassimento

Eccoci arrivati alla città malatestiana bagnata dal fiume Savio, che vanta un gioiello di inestimabile valore, la Biblioteca Malatestiana, primo bene culturale italiano iscritto al Registro della Memoria del Mondo dell’Unesco. Inaugurata nel 1454, a pochi passi dalla centrale Piazza del Popolo, custodisce codici miniati di rara bellezza.  Anche sulle prime colline cesenati troviamo cantine che hanno saputo raggiungere livelli di eccellenza nella produzione di Albana, come l’azienda agricola Zavalloni Stefano. Questa piccola realtà produttiva a conduzione familiare, accanto ad alcune tipologie di Sangiovese premiati a livello nazionale, si è distinta negli ultimi anni per la produzione di un’Albana secca fresca e avvolgente, con intensi profumi di fiori bianchi, in grado di unire vivacità ed eleganza. Siamo arrivati a Madonna dell’Olivo, frazione a sud di Cesena: davanti a noi si spalanca la Valle del Rubicone tra rocche, pievi e borghi pittoreschi ricchi di storia e cultura.

Facciamo rotta verso Savignano sul Rubicone e arriviamo al Castello di Ribano, al centro di una grande tenuta in cui la tradizione vitivinicola ha radici secolari. Il castello, splendida sede per cerimonie ed eventi, è oggi sede delle prestigiose Cantine Spalletti, ultima tappa della nostra via dell’Albana, dove possiamo ritrovare tutte le tipologie di questo vino incontrate lungo la strada. Un assortimento completo e di qualità con alcune perle – il passito Carpe Diem ha ricevuto diverse menzioni all’interno delle guide vinicole – da gustare con le ‘Golosità del Principe’: biscotti, confetture e cioccolato d’autore e altri prodotti artigianali della tradizione firmati Spalletti. Il nostro viaggio volge al termine. Prima di prendere la via del ritorno sconfiniamo nel riminese e arriviamo alla vicina Santarcangelo di Romagna, affascinante borgo medievale, per una visita alle misteriose grotte tufacee sotterranee e al Museo degli Usi e Costumi della Gente di Romagna. Qui centinaia di simboli e testimonianze materiali ci raccontano la storia, la quotidianità e i folclori di questa magnifica terra che abbiamo attraversato tutta di un sorso… di Albana, naturalmente.

Luca Casadei
info@italianelbicchiere.it