A tu per tu con Borgo Conventi
Il desiderio di produrre vini raffinati ed esaltare al massimo l’enorme potenziale qualitativo del territorio del Collio è sempre stato il motore di Borgo Conventi, azienda d’avanguardia fondata nel 1975 a Farra d’Isonzo, in provincia di Gorizia, e cresciuta fortemente arrivando a essere un’ottima interprete e testimonial di questa terra enologicamente straordinaria. Partita con piccole produzioni di chardonnay e friulano, è arrivata oggi a una prestigiosa produzione di vini bianchi e rossi fruilani, che nascono dai 40 ettari di vigneti aziendali. Ne parliamo con Nicola Voltan, responsabile commerciale.
1) Quali sono state le tappe più importanti della vostra crescita?
L’azienda è nata negli anni ’70 da un progetto di Gianni Vescovo, imprenditore che fino al 1995 ha lavorato per trasmettere agli appassionati di vino il territorio del Collio e dell’Isonzo attraverso la linea Fiori che prevedeva l’impiego di vitigni tipici friulani e di alcuni internazionali. La sua è stata una strategia di divulgazione del marchio vincente, tra gli anni ’80 e ’90 l’azienda si è fatta conoscere e apprezzare in Italia e all’estero.
2) Poi è arrivata Ruffino…
Esatto, all’inzio degli anni 2000 la famiglia Folonari, proprietaria di Ruffino, ha deciso di investire in Borgo Conventi, permettendo all’azienda di compiere un salto di qualità ulteriore. Nuovi spazi di mercato in Germania, Inghilterra, Canada e Stati Uniti, Borgo Conventi è diventato ambasciatore del Collio in varie parti del mondo. Oggi la produzione è di 400.000 bottiglie, più di un quarto di essere va nel mercato Usa, grazie alla collaborazione con Constellation Brands, che nel 2011 ha acquistato Ruffino. In Europa si registra una crescita costante in Olanda, Inghilterra, Canarie e Germania e si stanno aprendo nuove vie verso Est: Israele e l’Estremo Oriente.
3) In una terra di confine spesso tradizione e creatività si mescolano in modo vincente: i vini di Borgo Conventi sono più italiani o internazionali?
Sicuramente come ricerca della tradizione e della qualità sono vini assolutamente italiani. Il territorio è fondamentale: anche i vitigni internazionali come il sauvignon sono interpretati in chiave terriorale. Certo, i gusti all’estero a volte sono diversi da quelli in Italia: ad esempio il pinot grigio negli Usa non ha richiesta più elevata che in Italia. Si cerca di proporre un prodotto più floreale e profumato negli Usa e uno più struttrato in Italia.
4) Quanto conta il vino oggi per promuovere il turismo e far apprezzare un territorio?
Tantissimo, occorre promuovere il turismo in tutte le sue potenzialità, dalla morfologia del territorio al food and beverage. Il Collio ha un’attrattività turistica che deve saper sfruttare meglio, che anocra non è esplosa, anche per oggettive difficoltà di confine e posizione.
5) Qual è il vino che in chiave turistica rappresenta al meglio Borgo Conventi?
Ne scelgo due, il friulano e il sauvignon. Il primo rappresenta al meglio il territorio con la sua struttura e il profumo unico; il secondo è un vino che nel Collio riesce a far esplodere pienamente i suoi profumi ed è riconoscibile all’estero.