Il viaggio – Profumi ed emozioni del Cilento nei vini firmati Albamarina
Dai vigneti di Mario si vede il mare che fu di Ulisse, di Enea e del suo nocchiero Palinuro, timoniere che vinto dal Dio Sonno morì cadendo dalla nave disperso nelle acque del Cilento. Siamo nel cuore della Terra del Mito, a Centola, tra i monti e il verde che dominano quel tratto di costa cilentana che fu teatro delle leggende dell’Eneide, delle storie di Ulisse che si consumarono tra le cale, le grotte e le baie dimora delle sirene. Una terra dalla storia affascinante, come quella di Mario e della sua Albamarina, azienda che vanta una tradizione vitivinicola antica. I suoi vigneti sono lì da quattrocento anni almeno, protetti alle spalle dal monte Gelbison, lambiti dal vento secco del Sud e dall’aria salmastra del mar Tirreno.
Mario Notaroberto ha 65 anni e uno spirito innovatore e visionario.
Per trent’anni ha vissuto in Lussemburgo, dove ha fondato i suoi ristoranti ed esportato la tradizione enogastronomica cilentana. Mario è curioso e come Ulisse ha sete di conoscenza; così nel 2008 dà inizio a una nuova alba con un progetto vitivinicolo all’insegna di due suoi amori: l’agricoltura dei vigneti e sua moglie Marina. Da qui il nome del progetto, Albamarina.
Albamarina, tra vigne e uliveti
Una strada che si inerpica tra i monti conduce all’azienda agricola Albamarina, sviluppata su 25 ettari di terreno di cui 10 coltivati a vigneti. Parte della terra, invece, è dedicata agli uliveti: qui viene prodotto infatti l’olio extravergine di oliva estratto dalle olive pisciottane. Non mancano le coltivazioni ortofrutticole irrigate naturalmente dal fiume Lambro, uno dei due fiumi infernali citati da Virgilio nel racconto della morte di Palinuro. Ancora una volta il mito e la leggenda.
I vini
Fiano, Aglianico e Aglianicone sono le principali varietà di vini che nascono dai vigneti di Mario. Quelle uve hanno una struttura piena e imponente grazie al suolo calcareo e argilloso ricco di scheletro mentre l’aria di mare dona al vino acidità e sapidità. I vini di Mario incarnano passione e tradizione, conservano i sapori autentici degli elementi naturali delle Terre del Cilento e richiamano l’antichità e la storia con una grafica innovativa protesa al futuro, essenziale ma in grado di raccontare una storia, come quella del palimiento, la vasca in pietra rupestre dedicata nell’antichità alla fermentazione dei mosti e alla pigiatura.
Ed è proprio Palimiento il nome di uno dei tre bianchi di Fiano – che si porta dietro 18 mesi di barrique – della linea dei vini di Albamarina, composta ad oggi da sei etichette. Gli altri due Fiano sono il Valmezzana D.O.P. Cilento e il Primula I.G.P. Paestum, ispirato alla primula, il fiore simbolo del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, dalle note delicate, fresche e, appunto, floreali.
Ma non manca il carattere della forza e della caparbietà nei vini di Mario, tutte espresse nel rosso deciso del suo Futos, un Aglianico dalle trame purpuree e il richiamo gustativo della ciliegia e della prugna. Si tratta di un vino lavorato in acciaio e vetro per un anno con gradazione alcolica di tredici gradi e mezzo, da abbinare ai sapori della terra, come ad esempio la maracucciata, tipico piatto della cucina cilentana, una sorta di polenta del Sud, fatta con il maracuoccio, legume che cresce solo tre volte l’anno fra Lentiscosa e Camerota, località quest’ultima che prende il nome da una delle ammalianti sirene dell’Odissea: Kamatròn.
E, ancora, si produce l’aglianico Agriddi, dal nome delle botti in dialetto cilentano, un rosso granato da quattordici gradi di alcolicità con una forte nota di mirtillo, dall’ingannevole austerità al primo impatto palatale ma che si ammorbidisce via via con un sorprendente sapore al tempo stesso grintoso e fresco. Dulcis infundo, un’ode all’amore: il Maricinè, un rosé delicato e sapido, irriverente come il mare e fresco e piacevole come le sere d’estate, che può essere abbinato indifferentemente al pesce o alle carni bianche.
Per l’originalità dei suoi vini che vogliono incarnare l’antica fierezza di queste terre e la loro storia immortale, Mario Notaroberto ha ricevuto diversi riconoscimenti. Tra gli ultimi di quest’anno la medaglia d’oro al Fiano Valmezzana 2019 e la medaglia rossa all’Aglianico Agriddi 2016 nell’ambito del Merano Wine Festval. Le sue produzioni anche se conosciute restano ancora una scoperta, continua e sempre nuova, come le vicende degli uomini di mare che attendono frementi una terra a vista.
Martina Vacca