Cantine Giacomo Montresor investe nel futuro

Una cantina completamente rinnovata, la realizzazione di nuovi investimenti, una rinnovata direzione con Pierluigi Ferrari: sono gli ingredienti che hanno riportato alla ribalta lo storico marchio Cantine Giacomo Montresor, patrimonio del vino della Valpolicella, noto nel mondo per l’invenzione dell’iconica bottiglia satinata dell’Amarone.

Nella kermesse internazionale di Vinitaly (14-17 aprile 2024 – Padiglione 7 stand D7), Cantine Giacomo Montresor si racconta partendo proprio dalle novità in cantina che negli ultimi sei anni hanno visto la realizzazione del nuovo fruttaio per l’appassimento delle uve destinate all’Amarone, la nuova linea di imbottigliamento, la bottaia completamente ristrutturata, la nascita del Museo del vino dedicato alla storia dell’azienda e il nuovo wineshop esperienziale. Un investimento che ha determinato un deciso cambio di passo dell’azienda attestato dal fatturato più che raddoppiato dal cambio di governance avvenuto nel 2018.

Una crescita che ha interessato il mercato italiano nel canale Horeca e soprattutto quello internazionale con la presenza del marchio Cantine Giacomo Montresor in oltre 50 Paesi in giro per il mondo. La quota export oggi tocca il 50% del fatturato totale, con il mercato del Nord America (Canada in primis) a primeggiare per la forza di un marchio distribuito sin dal 1969, seguito dai canali on-trade in Gran Bretagna e Svizzera, con un’espansione che sta interessando altre aree.

“Sono stati anni tanto importanti quanto decisivi, quelli recenti di Cantine Giacomo Montresor, nei quali sono state intraprese fondamentali scelte strategiche per il futuro – spiega il neo Direttore generale Pierluigi Ferrari – Non solo l’azienda ha cambiato volto grazie agli ingenti investimenti strutturali che hanno interessato la storica cantina a due passi dal centro di Verona, ma anche sul fronte delle linee di indirizzo a partire dai mercati esteri che hanno visto una diversificazione delle aree, aprendosi con forza verso il Nord ed Est Europa, così come il Far East, in particolare su Cina, Giappone, Corea del Sud e Thailandia. Non solo. Una grande attenzione è stata rivolta agli investimenti sulla sostenibilità, a partire dal risparmio energetico con l’implementazione del fotovoltaico e di un nuovo depuratore ultimati nel 2023”.

Dal 2021 Montresor ha conseguito la certificazione BRC e IFS (certificazioni della filiera agroalimentare basate sull’HACCP). In questa direzione, si guarda al futuro con nuovi obiettivi di sviluppo sostenibile che prevedono il conseguimento della certificazione Equalitas.

I vini

Al centro di tutto questo percorso c’è una produzione di eccellenza che parte dai vini tipici della Valpolicella come l’Amarone e il Ripasso e che arriva a coprire denominazioni come il Bardolino, il Lugana, il Soave, e il Prosecco.

Un percorso di qualità attestato dai recenti prestigiosi riconoscimenti di importanti guide di respiro internazionale come avvenuto di recente per alcune referenze: l’Amarone della Valpolicella Classico Capitel della Crosara 2016 che ha ottenuto 92 punti da James Suckling, uno dei critici più autorevoli del panorama enologico internazionale; e l’Amarone Valpolicella Satinato 2019 che ha ricevuto i 92 punti da Falstaff, rivista leader del mercato tedesco.

Non sfuggano nelle attestazioni la peculiarità della bottiglia satinata “mula”, vero e proprio “marchio” identitario della produzione di qualità dell’azienda, la cui storia ben rappresenta anche la spinta innovativa di Cantine Giacomo Montresor già dai primi del Novecento. Disegnata da Giacomo Montresor nel 1904, sintesi tra la bottiglia in vetro e il fiasco, la “mula” venne esportata la prima volta negli USA nel 1906. Il trasporto via nave delle casse di vino esposte al sole sul ponte della nave provocava ossidazioni e rifermentazioni. Fu così che nel 1921 Giacomo iniziò a satinare la bottiglia per proteggerne il prezioso contenuto. Oggi l’Amarone Satinato è emblema dell’azienda e della Valpolicella stessa, presente in oltre 50 paesi del mondo.

Nel 2023, la bottiglia satinata è stata oggetto di un importante rinnovamento a conferma del percorso verso la sostenibilità intrapreso dall’azienda. Mantenendo la caratteristica forma dalle curve sinuose, la bottiglia è stata alleggerita fino ad un peso di 420 gr, circa 1/3 del peso originale. La bottiglia leggera è già in uso nei paesi più sensibili all’utilizzo di contenitori a minor impatto ambientale come Nord Europa e Nord America. 

Una novità importante che ha dato vita anche ad un ampliamento di gamma con l’introduzione di una nuova referenza, un Lugana nella bottiglia satinata bianca in vetro leggero.

Oltre 130 anni e non sentirli

Se la storia è importante perché dal passato è possibile volgere lo sguardo al futuro, quella di Giacomo Montresor è un percorso che risale alla notte dei tempi. L’inizio pone le fondamenta addirittura nel XVII secolo quando viene rintracciato il nome Montresor tra i proprietari di alcuni terreni vocati alla coltivazione della vite a Bussolengo. Due secoli dopo si arriva a Verona e al “fatidico” 1892 quando a Giacomo Montresor, i genitori Gaetano e Rosa, intestano un’azienda vitivinicola presente sul territorio. A questa faranno seguito l’acquisto di una Osteria in pieno centro a Verona negli ’20, e la costruzione, nel 1934, di Cantine Giacomo Montresor in quella che tutt’ora è la sede della cantina.

È l’inizio di un percorso fatto di tanti tasselli che hanno costellato la lunga storia della cantina che in oltre un secolo ha contribuito a costruire la notorietà della Valpolicella, anche grazie alla celebre bottiglia satinata.

L’attualità oggi parla di una cantina che esporta vini in oltre 50 Paesi del mondo, è leader nel mercato del Canada, e dal 2019 ha portato avanti un imponente percorso di ristrutturazione generale grazie all’ingresso dei soci cooperativi Terre Cevico e Cantine di Verona.